mercoledì 10 maggio 2017

LA PRIMA VOLTA IN UEFA NON SI SCORDA MAI

Roma, stadio Olimpico, Tribuna Monte Mario, 1 giugno 1997 ore 18,20
Il momento più bello, l'apice, della mia quasi ventennale "carriera" di tifoso dell'Udinese: Roma-Udinese si è appena conclusa con un trionfale 3-0 per i bianconeri, dominatori assoluti della gara e le bandiere friulane sventolano festose nel settore riservato agli ospiti così come rimbombano nel catino dell'Olimpico i cori dei tanti tifosi giunti con ogni mezzo da Udine e che ora inneggiano alla conquista della qualificazione UEFA, mentre nella "mitica" curva Sud gli arrabbiatissimi tifosi giallorossi bruciano qua e là i loro vessilli. Ecco, in quel momento avrei voluto fermare il tempo per poter assaporare a lungo quella splendida sensazione, quel brivido lungo la schiena, quel groppo in gola, quella vera genuina e stupida gioia invece di accontentarmi di "cogliere" l'attimo fuggente.
Nella mia mente ho rivissuto tutta la "storia" da tifoso da quando nell'estate del 1978, dodicenne, andai la prima volta allo stadio friuli per un'amichevole (Udinese-Milan - giocava ancora Gianni Rivera) fino a questo "attimo d'immenso", passando per Causio, Zico, Edinho, Ciccio Graziani e i -9 di penalizzazione, le salvezze e le retrocessioni negli ultimi minuti dell'ultima giornata, le stagioni anonime in serie B e le tante, innumerevoli, delusioni che hanno costellato questa lunga storia. Lo so che è stupido, ma insieme ho rivisto tutta la mia vita che da sempre è scandita dagli eventi sportivi, i quali le fanno da rumoroso sfondo e ho capito che per certi versi sono rimasto il bambino di 19 anni fa che s'infiamma quando l'attaccante della propria squadra del cuore supera il portiere avversario come se fosse egli stesso a centrare il bersaglio. In tanti anni mai l'Udinese era riuscita a "volare" così in alto, mai l'avevo vista vincere lontano dal friuli,m mai l'avevo vista concludere da protagonista assoluta il campionato di serie A e qualificarsi per una competizione europea. Un sogno a lungo accarezzato e raggiunto proprio quando sembrava sopito per sempre. Un sogno che invece si è realizzato nella maniera più bella, sul campo della Capitale, a Roma, quella città che più di ogni altra custodisce ricordi ed attimi fra i più belli di tutta la mia vita. Così, ancora incredulo per l'indimenticabile giornata, quando i tifosi giallorossi, prima di iniziare le contestazioni verso i loro "beniamini" e la loro dirigenza,  hanno tributato alla nostra squadra un lungo applauso al termine della partita, ho percepito quegli applausi come se fossero diretti anche a me, alla mia stoica fedeltà ad un'ideale - l'attaccamento alla squadra della propria terra - probabilmente stupido, ma in grado di svilupparsi da solo dentro di me e che mi ha regalato oggi un attimo "d'immenso". Grazie Udinese, non importa più quello che sarà.
 

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