Con l'arrivo all'Udinese di Fernando Llorente ha raggiunto le 12 unità la "colonia" dei campioni del mondo che, dalla fondazione del 1896, hanno indossato la maglia dei primi bianconeri d'Italia, di cui 8 con la divisa azzurra e ben 4 friulani e 2 nati proprio a Udine. Di questi 10, però solo due, Franco Causio e Vincenzo Iaquinta, durante la loro permanenza nel capoluogo friulano hanno conquistato il titolo iridato, curiosamente entrambe con il numero 15 sulle spalle rispettivamente nel 1982 a Madrid e nel 2006 a Berlino, mentre tutti gli altri sono arrivati in Friuli già carichi della gloria mondiale.
Facciamo un passo indietro e conosciamoli tutti.
I primi due furono Alfredo Foni e Bruno Chizzo, entrambi nativi udinesi che vestirono il bianconero nel 1927-1929 e nel 1933-1935 per poi di diventare campioni del mondo a Parigi nel 1938 agli ordini di Vittorio Pozzo, mentre indossavano le casacche di Juventus e Triestina.
Alfredo Foni, nato a Udine nel 1911, si formò come calciatore proprio con la maglia bianconera dell'Udinese con la quale esordì a 16 anni per poi trasferirsi alla Lazio e disputò da protagonista il mondiale francese, collezionò in totale 23 presenze in azzurro, vincendo anche l'unico alloro olimpico dei nostri colori a Berlino nel 1936. Appese le scarpe al chiodo nel 1949 in Svizzera iniziò una lunga carriera di allenatore che lo portò anche a dirigere la Nazionale Italiana dal 1954 al 1958 e l'Udinese nel 1961/62.
Bruno Chizzo invece era nato a Udine nel 1916 e dopo essersi formato anche lui nel settore giovanile friulano, disputando 51 partite di campionato dal 1933 al 1935 si traferì alla Triestina prima di essere convocato da Vittorio Pozzo nei 22 che trionfarono a Parigi. Storia curiosa la sua: non disputò mai neanche una partita in nazionale, ma potè fregiarsi ugualmente del titolo di campione del mondo. Chiuse la carriera nel 1950 ad Empoli dopo una breve parentesi di ritorno a Udine nel 1943/44, in pieno conflitto mondiale, totalizzando 11 presenze e una rete.
A seguire il turno del Monumento del nostro calcio: Dino Zoff, il portierone di Mariano del Friuli, il capitano dei capitani che alzò la coppa del mondo consegnata dal Re di Spagna la notte dell'11 luglio 1982 e che sull'areo presidenziale assieme a Bearzot, Causio e il Presidente Sandro Pertini si giocarono lo scopone scentifico più famoso della storia d'Italia con il trofeo in bella mostra sul tavolino del DC-9.
Superdino esordì in serie A con la maglia dell'Udinese contro la Fiorentina, raccogliendo 5 palloni in fondo al sacco al comunale di Firenze durante il campionato 1961/62, vestendo poi la casacca friulana per altri 3 incontri in quella sfortunata stagione conclusasi con la retrocessione e altre 34 volte in serie B l'anno successivo, prima di trasferirsi a Mantova. Con la maglia azzurra dal 1968 al 1983 Zoff disputò 112 incontri, partecipando a 4 mondiali di cui 3 da titolare e 2 da capitano, vincendo da titolare il Campionato Europeo del 1968 e detenendo ancora il record d'imbattibilità di 1.142 minuti. tra il 1972 e il 1974. Dal 1998 al 2000 è stato anche CT della Nazionale in 23 occasioni, sfiorando la vittoria all'Europeo in Belgio-Olanda, sconfitto dalla Francia in finale con un golden gol di Trezeguet nei supplementari, dopo aver condotto in vantaggio fino all'ultimo dei 3 minuti di recupero concessi dall'arbitro Frisk.
Il quarto è stato Franco Causio che, con 2 presenze ai mondiali spagnoli del 1982, fu il primo giocatore dell'Udinese ad essere convocato in maglia azzurra per partecipare ad un campionato mondiale e anche il primo a diventare campione del mondo da tesserato per i colori bianconeri friulani, di cui fu capitano per 83 partite in tre stagioni dal 1981 al 1984, condite anche da 11 marcature in campionato. In nazionale dal 1972 al 1983 vestì per 64 volte la maglia azzurra con 6 reti all'attivo, di cui le ultime 6 da tesserato dell'Udinese, disputando 3 mondiali e un campionato europeo.
Nel campionato 1984/85 fu la volta di Franco Selvaggi, centravanti chiamato a far coppia con Zico in una sfortunata stagione per i friulani, ad indossare il bianconero per 20 volte e con lo score di 5 reti dopo aver trionfato con gli azzurri di Bearzot in Spagna nel 1982 da "turista", con la maglia n. 21 sulla schiena ma senza mai scendere in campo nella competizione mundial. Per il centravanti di Matera tre soli gettoni in nazionale dal 1981 al 1982, di cui quello del debutto proprio allo stadio Friuli di Udine in un'amichevole contro i tedeschi dell'Est finita 0-0 nell'aprile del 1981.
Protagonisti assoluti in Spagna erano invece stati Francesco Graziani e Fulvio Collovati, sempre presenti dalla prima partita di Vigo alla finale di Madrid, prima di arrivare entrambi ad Udine nella stagione 1986/87, quella del disperato tentativo - fallito - di salvarsi nonostante i nove punti iniziali di penalizzazione.
Con i colori bianconeri "Ciccio" Graziani collezionò 22 presenze 7 reti in seie A e 10 gettoni con una rete in serie B, segnando alla Roma la sua ultima rete delle sue 130 complessive nella massima serie e appendendo le scarpe al chiodo nella serie cadetta, al termine di un Brescia-Udinese 2-0 del novembre 1987. In nazionale, dal 1975 al 1983, 64 presenze e 23 reti con la partecipazione a due mondiali ed un campionato europeo.
Fulvio Collovati, proveniente dall'Inter, invece vestì la maglia friulana per 20 volte con l'aggiunta di due reti, prima di passare alla Roma nella stagione successiva. Per lo stopper, nativo di Teor, 50 presenze e 3 reti in azzurro dal 1979 al 1986, con la partecipazione a due mondiali, Spagna e Messico 1986 ed un campionato europeo.
Nel 1986/87, per tentare quella disperata ed impossibile salvezza, il neo presidente dell'Udinese GIanpaolo Pozzo, aveva arruolato, prelevandolo dal Napoli di Maradona, anche il primo campione del mondo non italiano a vestire la maglia bianconera: l'argentino Daniel Ricardo Bertoni, campione con l'albiceleste di Cesar Luis Menotti a Baires nel 1978; l'attaccante si coprì di ben poca gloria in Friuli, chiudendo la carriera e disputando 20 partite, mettendo a segno un unico, inutile, gol all'Empoli nella terz'ultima di campionato con la squadra bianconera già matematicamente retrocessa in serie B. Con la nazionale argentina invece era stato grande protagonista del trionfo mundial del 1978 con 6 presenze e 1 rete nella vittoriosa finale contro l'Olanda a cui vanno sommate altre 24 partite e 10 gol con la maglia della rappresentativa sudamericana dal 1974 al 1982.
La stagione seguente 1987/88, quella del ritorno in serie B, vide vestire i colori bianconeri friulani un altro "turista" di Spagna 1982, campione senza mai scendere in campo: il centrocampista ex granata Giuseppe "Beppe" Dossena. Insignito dei gradi di capitano al suo arrivo a Udine, disputò un eccellente campionato, contribuendo decisamente a far si che la barca bianconera, accreditata alla vigilia di un pronto riapprodo alla serie A non naufragasse invece in serie C, tanto da meritarsi la pronta chiamata nella massima serie da parte della Sampdoria con la quale partecipò da protagonista al ciclo vincente della gestione Mantovani. A fine stagione 28 presenze e 6 reti in Friuli, terreno a cui era legato anche il suo esordio in maglia azzurra il 19 aprile 1981 nell'amichevole contro la Germania Est, a cui seguirono poi fino al 1987 altre 30 presenze e 1 gol e la partecipazione, già detta da "turista", al solo Mundial spagnolo del 1982.
Per vedere in bianconero un altro campione del mondo bisognerà attendere il 2005, quando a "rinforzare" la squadra che aveva guadagnato il diritto ad accedere alla Champions League 2005/2006 fu chiamato, via Roma, il francese Vincent Candela, campione con i cugini transalpini nel mondiale casalingo del 1998. Poca gloria raccolse in Friuli anche l'esperto "stantuffo di fascia", riconvertito poi in regista "davanti alla difesa" da Giovanni Galeone, chiamato da Pozzo a sostituire il duo Sensini-Dominissini che aveva a sua volta già preso il posto di Serse Cosmi per risollevare la navigazione della barca bianconera, che aveva pericolosamente preso rotta verso la serie B dopo l'eliminazione con il Barcellona nel girone di Champions. Ventisei partite ed un bel gol in "pallonetto" alla Lazio nella sola stagione friulana per l'esterno nativo di Bedarieaux e 40 presenze con 2 reti nei "Blues" dal 1996 al 2002 con un titolo mondiale ed uno europeo in bacheca.
Quella stagione iniziata con grandi aspettative e finita in modo mediocre dopo diverse tribolazioni bastò invece al centravanti di quell'Udinese, Vincenzo Iaquinta, per farsi convocare da Marcello Lippi al Mondiale tedesco come primo sostituto in attacco e partecipare, con il numero 15 sulle spalle, al trionfo di Berlino contribuendo con 5 presenze, comprese semifinale e finale partendo sempre dalla panchina, ed una rete al Ghana nella gara inaugurale. Il bomber di Reggiolo legò alla maglia dell'Udinese le sue migliori annate da professionista prima di trasferirsi alla Juventus rompendo definitivamente il già difficile rapporto con la tifoseria friulana. Un vero peccato, perché dal 2000 al 2007 Vincenzo Iaquinta vestirà per 178 volte la maglia bianconera con 58 gol all'attivo, tutti nella massima serie, partecipando alle storiche qualificazioni in Coppa UEFA - 2 volte - e alla Champions League, competizione disputata da protagonista con 9 presenze e ben 6 reti realizzate. Durante il periodo friulano Iaquinta vestì, dal 2005 al 2007 ben 19 delle sue 40 maglie azzurre, segnando 1 delle 6 reti complessive; la carriera azzurra si concluse nel 2010 a Johannesburg il 24/6/2010 con l'eliminazione al primo turno del mondiale sudafricano, il secondo a cui Vincenzo partecipò.
Ultima tappa del viaggio "mondiale" è l'arrivo a Udine nel febbraio 2021 di Fernando Javier Llorente Torres, noto come Fernando Llorente, l'ormai trentaseienne bomber di Pamplona, già campione del mondo in Sudafrica nel 2010 con le furie rosse iberiche. Anche lui arrivò a Udine come diversi suoi predecessori a fine carriera, carico di titoli e di gloria: dal 2008 al 2013 ventiquattro gettoni e 7 reti in nazionale, con l'aggiunta di un titolo europeo, seppure vinto da "turista" in Polonia e Ucraina nel 2012.
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