Per il secondo anno consecutivo il campionato di A2 per la Gesteco Cividale si è concluso al primo turno dei play-off con lo sfavore degli Dei del Basket, che non hanno premiato una tripla di Lucio Redivo sul filo dell'ultima sirena e permesso ai gialloblù di allungare ancora la loro stagione, proprio nel momento in cui i ragazzi di Stefano Pillastrini stavano dando il 110% del loro potenziale.
Nonostante lo sfortunato epilogo, anche quest'anno nessuna recriminazione sulle rive del Natisone, ma solo applausi per i protagonisti di un'altra annata da ricordare per le Aquile del Presidente Micalich, capaci di centrare l'obiettivo di partenza - conservare il posto nella seconda categoria nazionale - al termine di una strepitosa rimonta nella fase ad orologio con 10 successi su 10 gare e poi di prendersi il lusso di battagliare fino all'ultimo respiro contro un avversario del blasone, delle ambizioni e della caratura tecnica e fisica come la Pallacanestro Cantù.
Stagione sicuramente diversa rispetto a quella dell'esordio in A2 e conclusa anch'essa all'ultimo secondo del primo turno - gara 5 - dei play-off contro un'altra favorita alla promozione come l'APU Udine, in cui però la Gesteco aveva sorpreso tutti in avvio e con regolarità di risultati aveva centrato la salvezza con largo anticipo, anche grazie ad una formula più benevola ed una composizione dei gironi più equilibrata rispetto all'annata appena andata in archivio.
Quest'anno invece il cammino è stato double-face, con le Eagles in grande difficoltà di gioco e risultati fino al derby pre-natalizio con Udine in cui la squadra di Vertemati "saccheggiò" via Perusini infliggendo il peggior parziale della storia ai ducali (59-92), peraltro già fiaccati nel morale da un ruolino di sole 4 vittorie su 16 gare disputate fino ad allora.
L'arrivo di Doron Lamb e Luca Campani, in sostituzione di Vincent Cole e Giacomo Furin, come strenna natalizia ha consentito a coach Pillastrini di ricalibrare il sistema di gioco e ai "suoi" ragazzi di riprendere vigore e fiducia, iniziando l'anno nuovo battendo la capolista Forlì a Cividale e poi ingranando dei rapporti di marcia che l'hanno fatta risalire fino a centrare con una giornata d'anticipo salvezza e griglia play-off con il settimo posto nella classifica finale del girone rosso, con uno score di ben 12 vittorie e 2 sole sconfitte.
Premio dolce-amaro il play off contro Cantù, dove la Gesteco ha fatto "sputare", per ammissione dello stesso coach canturino Cagnardi, "lacrime e sangue" sul terreno di Cividale prima di concedere il pass a gara 4 ai favoriti avversari, facendo svanire un possibile nuovo e affascinate incrocio con Udine nella semifinale.
Prima di mandare in archivio definitivamente la stagione della riconferma, tradizionalmente sempre più ostica e complessa rispetto a quello del debutto e prima di iniziare il meritato riposo che farà da preludio al lavoro della dirigenza ducale per "partorire" il roster che dovrà consolidare verso l'alto il volo delle Aquile nella prossima seria A2 2024/25 a girone unico con 20 contendenti, concludiamo con un "pagellone" per tutti i protagonisti dell'annata 2023/2024.
In ordine di numerazione.
LEONARDO MARANGON 7,5
Arrivato da Padova a Cividale in estate con le credenziali di enfant prodige dopo essersi fatto notare nel campionato di B con l'oscar di miglior under 18 del torneo, il classe 2005 a fine stagione viene premiato come miglior under 21 del campionato di A2.
Bravo il coach a gestirlo con oculatezza e sapienza, concedendogli con parsimonia i minuti sul parquet nel primo periodo della stagione, evitando così il rischio di mettergli troppe pressioni addosso e di bruciarlo in un momento in cui tutto il roster girava con grande difficoltà.
La crescita è stata costante, con un finale di stagione dove è partito stabilmente nello starting five dando un contributo significativo nel vittorioso rush della fase ad orologio, mentre nel play-off non sfigura affatto di fronte agli esperti e scafati colossi canturini.
Fisicità, doti atletiche e coraggio abbondano, da migliorare la precisione al tiro, la capacità di stare nel sistema, la concentrazione e la scelta delle soluzioni offensive, talvolta ancora troppo precipitose.
Il tempo lavora sicuramente per lui e sarà atteso per un ulteriore importante salto di qualità.
DORON LAMB 7
L'arrivo a Cividale della guardia di Brooklin è uno dei fattori chiave per spiegare la "resurrezione" dalle ceneri della fenice ducale: con l'esperienza e l'indiscusso talento dell'americano il coach ha potuto cambiare pelle alla squadra, facendo alternare Redivo e Rota nella conduzione della manovra e soprattutto creando alternative efficaci nel gioco d'attacco, fino ad allora troppo concentrato sulle spalle dell'argentino.
Giunto in via Perusini lontano da una condizione all'altezza delle necessità, Doron si sottopone di buon grado alle attenzioni e ai programmi del coach e dello staff tecnico, recuperando via via la forma migliore:fino ai play-off con Doron in campo, le Aquile hanno perso solo un match, di un punto, contro Cento.
La valutazione finale è un punto in meno, perché macchiata dal comportamento in gara 2 sul parquet di Desio, dove Lamb non è capace di contenersi e cade nelle provocazioni, circostanza che costerà 2 giornate di squalifica non emendabili vista la recidiva e che priverà la squadra del suo importante apporto in gara 3 e 4, al cospetto di un avversario che fa della fisicità e della panchina lunga i suoi punti di forza.
LUCIO REDIVO 10
Non a caso il "gaucho" di Bahia Blanca già a metà stagione si era guadagnato l'elezione "honoris causa" o, seguendo il diritto canonico, per "adorazione" a Sindaco di Cividale: professionista esemplare in campo e fuori, ha dedicato ogni energia e il suo talento alla causa, confrontandosi con un crescendo di marcature molto più simili al calcistico Gentile-Maradona di antica memoria, spesso raddoppiate con l'intervento di vari "Benetti" di turno.
Nella prima parte del torneo regge praticamente da solo il peso dell'attacco ducale, prima di poter beneficiare del cambio di modulo che lo vede in cabina di regia e ugualmente liberare i suoi tiri da 8 metri, oltre alle incursioni al ferro e ad una "valanga" di assistenze fornite ai compagni.
Oltre alle decine di falli subiti che lo hanno portato, glaciale, in lunetta con percentuali del 90%.
Finisce la stagione francobollato dai difensori canturini e stremato, considerati anche gli impegni con la sua nazionale, circostanza che lo tiene in campo ininterrottamente dalla scorsa estate.
La lode resta sul "registro", perché ancora una volta non gli riesce il miracolo di centrare il tiro della vittoria sulla sirena della gara decisiva dei play-off.
Dettagli.
Cividale godrà ancora del suo talento e della sua professionalità per altri due anni, in cui possiamo essere sicuri che sarà il perno su cui s'innesteranno le nuove ambizioni di crescita del club ducale.
GABRIELE MIANI 7,5
Il lungo di Codroipo è diventato certamente uno dei prospetti più interessanti della categoria e non ci sarà da stupirsi se i dirigenti ducali dovessero confrontarsi da qui a breve con offerte "irrinunciabili" in arrivo anche da club di categoria superiore.
Giocatore eclettico, con molte frecce nell'arco: efficace a rimbalzo, buon tiro dall'arco e con movimenti letali sotto il canestro avversario, ha nella gestione dei falli e nella discontinuità e qualche pausa di troppo i suoi punti critici su cui lavorare: se il lavoro fosse già finito, Gabriele vestirebbe l'azzurro.
Assieme a capitan Rota è uno dei "veterani" della Gesteco e la valutazione risente almeno mezzo punto in meno per l'avvio troppo discontinuo ed inferiore alle attese nella prima parte della stagione.
MARTINO MASTELLARI 6,5
Atteso a Cividale come "mitragliatrice" da affiancare a Redivo per colpire le difese avversarie, Martino patisce subito infortuni muscolari che ne rendono oltre modo complicato subito l'inserimento in un complesso che invece necessita come l'aria delle sue possibili giocate durante un avvio tutto in salita al cospetto di avversari già molto più competitivi, agguerriti e meglio rodati.
Solo nella fase ad orologio riesce a dimostrare le sue qualità, risultando determinate in diverse gare quando, entrando dalla panchina, mette a segno strisce dall'arco uscendo dai blocchi che portano in quota i compagni.
EUGENIO ROTA 7
L'andamento della stagione del capitano fotografa un po' quello di tutta la squadra: l'avvio è decisamente sottotono, con Eugenio che pur non lesinando le sue sue doti di combattente tutto cuore non riesce a far girare in cabina di regia con la necessaria lucidità il "motore" di Cividale che "batte in testa" in maniera preoccupante fino a Natale.
Il coach diminuisce il minutaggio, passando il testimone a Redivo, e impiega Rota nelle fasi delle gare dove le doti del capitano meglio si sposano con le esigenze del momento; Eugenio accetta di buon grado e trae beneficio, recuperando lucidità ed efficacia, ma limitando forse troppo le conclusioni e le incursioni a canestro.
Mezzo punto in più per quanto ci ha fatto vedere nelle due gare casalinghe dei play-off, tornando ad essere il folletto a tratti imprendibile, capace di sorprendere le difese avversarie e colpirle dall'arco nei momenti clou e reattivo su tutte le palle vaganti.
Aquila della prima ora, incarna lo spirito gialloblù ed ha la maglia delle Eagles incisa come una seconda pelle.
SAVERIO BARTOLI 5
Saverio è stato un arrivo estivo che non è mai riuscito ad entrare nel sistema, disputando gare anonime e patendo anche lui l'avvio tutto in salita della squadra.
A fine ottobre, in accordo con la società, si trasferisce a Verona per far posto, nel suo ruolo all'arrivo di Vincent Cole.
GIACOMO FURIN 5,5
Giunto a Cividale lo scorso anno da Monfalcone anno in sostituzione di Alexsa Nikolic, l''under si era reso protagonista di un finale di stagione tutto grinta, coraggio e sostanza sotto i tabelloni dando un non trascurabile contributo al brillante esito del campionato gialloblù.
Atteso ad una conferma e ad una crescita ulteriore nel corso della nuova stagione, patisce probabilmente oltre misura il peso della responsabilità di dover battagliare con i lunghi avversari per le condizioni imperfette del nuovo arrivato Berti che ne limitano l'impiego, finendo per perdere fiducia ed uscire spesso con le "ossa rotta" nel confronto con il dirimpettaio di turno.
Dopo la pausa natalizia viene mandato in prestito a Crema, in serie B, per trovare il giusto spazio che gli permetta di riprendere la fiducia e le prospettive interessanti che aveva fatto intravedere all'esordio.
LUCA CAMPANI 6,5
Arriva a Cividale assieme a Lamb nel periodo più buio per le Aquile, quando lo stesso coach Pillastrini dichiarava che era meglio guardarsi Chiusi alle spalle per evitare l'ultimo posto e conquistare la salvezza ai play-out, ed è in chiaro ritardo di condizione per poter essere subito "arruolabile" per dar man forte ai compagni.
Luca segue i programmi di potenziamento e darà un contributo assai più importante di quanto non dicano le statistiche: la sua esperienza risulterà fondamentale per dare a Berti quella maggiore sicurezza che gli consentirà di recitare quel ruolo importante nell'economia del gioco ducale per cui era stato individuato la scorsa estate.
Ogni volta che viene chiamato a dare il suo contributo sul parquet, Campani fa esattamente quello che gli viene chiesto, senza sbavature.
MATTEO BERTI 6,5
Giunto sulle rive del Natisone con grandi aspettative, per metà stagione la sua permanenza in via Perusini è oltremodo difficile: Matteo deve saltare tutta la preparazione pre-campionato per un guaio muscolare che ne condizionerà pesantemente l'inserimento utile, in una squadra che non riesce a trovare una fisionomia efficace a contrastare gli avversari.
Matteo ne viene inizialmente travolto, tanto da apparire spesso un corpo estraneo.
Il recupero della condizione fisica, le doti morali, l'aggiustamento del roster negli schemi e in alcuni uomini creano le premesse per un'autentica rinascita nella fase ad orologio, dove il lungo arrivato da Cento fa finalmente fruttare a servizio della squadra tutti i suoi 212 centimetri.
NICOLO' ISOTTA 6
Il giovane talento svizzero finisce con un minutaggio probabilmente inferiore alle attese, nella quale non ha mai dato l'impressione di riuscire ad entrare nei meccanismi della squadra, forse anche lui penalizzato dal complesso assemblaggio del roster, dalla falsa partenza e dalla mancanza di tempo per un più proficuo e graduale inserimento.
Nella seconda parte esegue con meno sbavature quanto gli viene richiesto, facendo intravedere interessanti doti nell'attaccare il ferro e nel tiro dall'arco.
GIACOMO DELL'AGNELLO 8
Jack conferma e migliora quanto di buono aveva fatto vedere nello scorso campionato, risultando alla fine uno dei più costanti del roster nel garantire punti e rimbalzi senza cali di tensione o pause di sorta.
Oltre ad essere stato assieme a Redivo uno dei più efficaci nella fase "buia" della stagione, diventa una delle anime del gruppo e una vera spina nel fianco sia delle difese che dei lunghi avversari sotto il suo canestro, affinando ancora le qualità di abile "guastatore" capace di mandare in confusione dirimpettai più muscolari e titolati.
Una garanzia.
VINCENT COLE 6
Arriva a Cividale in una piovosa serata di fine ottobre, quando le condizioni atmosferiche coincidono con l'umore del gruppo; chiamato a risollevare morale e performance del team, il compito si dimostra subito troppo complicato per il venticinquenne americano che finisce spaesato e travolto nei mesi neri in cui le Aquile non riescono a risollevarsi dal volo a bassa quota in cui erano finite.
Nonostante l'impegno che ci mette negli allenamenti e sul parquet non riesce ad integrarsi in un sistema di gioco in evoluzione, facendosi notare solo con giocate individuali.
Quando, inevitabile arriva il taglio, Vincent si comporta da autentico professionista "scaldando" il posto al nuovo arrivato quando questi è ancora ai box per squalifica e acciacchi, contribuendo in maniera importante al successo casalingo contro Forlì del 6 gennaio, vittoria che riaccende la miccia della fiducia in tutto l'ambiente.
Alza il livello degli allenamenti, contribuendo così alla crescita di tutto il gruppo fino a quando resta in Friuli, prima di raggiungere la sua nuova destinazione in febbraio, meritandosi la sufficienza nel complesso per quanto è riuscito a fare, date le condizioni in cui si era venuto a trovare.
STEFANO PILLASTRINI E STAFF 10 e LODE
Riconfermarsi ad alto livello per un gruppo che da outsider capace di sorprendere tutti è sempre impresa complicata, nella quale molti tecnici di fama hanno fallito in passato.
Lui, in accordo con la società, decide di scegliere la strada di un rinnovo importante del gruppo inserendo cinque nuovi giocatori di cui quattro con il profilo di giovani prospetti ad "alto potenziale" e rinunciando in partenza al secondo visto straniero.
Il piano è di far crescere il gruppo alla distanza iniziando un nuovo ciclo.
La scommessa s'infrange sollecitamente perché gli infortuni in preparazione di Mastellari e Berti rendono subito in salita l'abbozzo di una nuova identità alla squadra che, nonostante l'impegno, non riesce ad andare nelle prime 10 gare oltre ad onorevoli sconfitte, senza riuscire a mantenere l'intensità necessaria nel corso di tutti i 40 minuti.
Quando il gruppo inizia a manifestare i primi segni di cedimento dal punto di vista della fiducia, ci mette la faccia, si assume le responsabilità per la situazione venutasi a creare e, sempre in accordo con la società, cambia rotta riuscendo a trovare i giusti correttivi anche grazie ai nuovi arrivati.
La seconda metà dell'anno si trasforma in una cavalcata entusiasmante che permette di centrare salvezza e play off, nel cui cammino il coach e il suo staff gestiscono gruppo e partite in modo esemplare, lasciando ai posteri una nuova stagione tutta da ricordare.
La lode è per l'assunzione di responsabilità senza giri di parole, mettendoci la faccia.
MAREA GIALLA 10 e LODE
Alla fine non poteva mancare la valutazione anche del sesto uomo, che a Cividale vale spesso anche settimo od ottavo.
Il pubblico che frequenta assiduamente e con grande partecipazione il palazzetto ha conquistato ormai apprezzamenti ed estimatori in tutta Italia: in via Perusini si respira un calore balcanico unito ad una sportività anglosassone e una correttezza nordica.
Modalità che vengono poi esportate in tutte le arene dove il tifo gialloblù ha seguito la propria squadra in trasferta, meritandosi il riconoscimento di civiltà anche dalla società bolognese della Fortitudo.
La compostezza con cui è stato vissuto il periodo nero, che ha permesso una gestione ottimale della crisi da parte di società, tecnico e giocatori, vale ampiamente la lode.
Un patrimonio di passione genuina e spontanea, da conservare, e di cui la società del Presidente Micalich è ben consapevole di avere "tra le mani".