domenica 2 marzo 2025

CIVIDALE IMPONE LA LEGGE DI VIA PERUSINI: PIACENZA KO 97-76

 

Una classica buccia di banana era quella che in via Perusini la Gesteco era chiamata ad evitare e continuare così la sua corsa per conservare il posto utile che conduce direttamente ai play-off, dando seguito all’importante successo di mercoledì scorso sul difficile parquet di Avellino.

L’ostacolo da superare era infatti la “Cenerentola” del campionato, l’Assigeco Piacenza guidata da Humberto Manzo nel difficile tentativo di schiodarsi dall’ultimo posto in classifica e colmare il gap di 6 punti che la separa da Nardò ed evitare così la retrocessione diretta in serie B nazionale.

I pericoli arrivavano dal perdurare delle non perfette condizioni fisiche che da almeno due mesi intralciano a turno il lavoro di diversi titolari ed in primis quello di Lucio Redivo, ancora alle prese con guai muscolari, ma anche dalla voglia di rivalsa dei due ex nelle fila di Piacenza, Derrick Marks e Saverio Bartoli, che non hanno avuto modo di mostrare le loro migliori qualità durante la loro breve permanenza sulle rive del Natisone.

Alla presenza di Mister Runjaic nel parterre, Cividale evita l’insidia al termine di un match combattuto ed in equilibrio fino a inizio del terzo periodo quando i padroni di casa hanno scavato il primo decisivo solco nel punteggio e poi sono andati via senza scampo per gli ospiti con una prova corale, quattro uomini in doppia cifra e come ad Avellino Doron Lamb e Ferrari sugli scudi.

Si parte con Redivo, Lamb, Marangon, Dell’Agnello e Miani per Cividale e Gajic, Bartoli, Serpilli, Marks e Gilmore per Piacenza, con gli ospiti avanti 9-12 a 6’10” dopo una tripla di Gajic e i gialloblù non proprio irreprensibili in fase difensiva e con qualche palla persa di troppo in avanti in questo avvio di gara; Pillastrini cambia Redivo, Marangon e Miani per Rota, Ferrari e Anumba a 3’46” ma il match non cambia copione con tanti errori da entrambe le parti, azioni poco fluide e il punteggio sul 16-19 a 1’30” dalla prima sirena a cui infine si perviene sul 18-21 dopo che Ferrari ha inchiodato un avversario lanciato a canestro e poi per poco non centra il bersaglio con la “preghiera” allo scadere.

La seconda frazione si apre con una maggiore attenzione difensiva da parte di Cividale e con il Sindaco Redivo che grazie a due triple consecutive riporta sopra la Gesteco (26-23 a 7’18”) e coach Manzo che chiama subito i suoi “a rapporto” per un time-out; un “passi” di Berti e successiva tripla di Bonacini e un canestro sottomisura di Querci  danno il vantaggio a Piacenza (26-28) avviando una fase in cui le due squadre ribattono colpo su colpo ai rispettivi attacchi, con un buon impatto di Marangon e il punteggio di 41-38 per i padroni di casa a 1’31” dall’intervallo lungo dopo una schiacciata di Ferrari ben servito sotto canestro da Dell’Agnello. Al riposo si va infine sul 43-43, con Piacenza capace di recuperare 5 punti dal 43-38 nell’ultimo giro di lancette, anche grazie ad alcuni fischi a favore nelle ultime battute. 

Alla ripresa delle ostilità l’equilibrio continua, Miani infila la tripla del 48-45 ma poi commette il terzo fallo che consente a Marks di ricucire per il 48-47 prima che Lamb con due triple allunghi sul 56-51, imitato poi da Redivo per il 59-53, con Marangon che poi si erge a protagonista subendo prima un antisportivo che gli consente di fissare il +8 dai liberi (61-53) e poi infila la tripla del + 9 (64-55) a metà tempo; ci pensano poi Lamb (tripla) e Berti (liberi) a dare ancora più consistenza al vantaggio ducale (70-56) e poi Ferrari schiaccia in transizione su assist di Redivo per il 72-58 a 1’31” dalla penultima sirena a cui si arriva infine sul 74-62. 

L’inizio dell’ultimo periodo vede il tentativo di recupero degli ospiti che cercano di sfruttare alcuni passaggi a vuoto ducali in fase d’attacco ma capitan Rota e Anumba in un amen con due triple frustrano ogni velleità e danno il massimo vantaggio a Cividale sull’82-66 (+16) a 7’01”. L’’alley-oop con cui Rota manda a schiacciare Ferrari l’87-68 a 4’20” in contropiede è la pietra tombale sul match che si conclude poi 97-74 per un finale senza storia e gloria anche per gli under Gozo e Calò in campo negli ultimi scampoli del match.


UEB GESTECO CIVIDALE – ASSIGECO PIACENZA                97-76

(18-21, 43-43, 74-62)

 UEB GESTECO CIVIDALE

Lamb 21, Redivo 17, Miani 9, Anumba 3, Rota (k) 5, Calò, Gozo, Marangon 13, Berti 4, Ferrari 17, Dell'Agnello 8, Piccionne.

Allenatore Stefano Pillastrini

Vice Giovanni Battista Gerometta, Alessandro Zamparini

Tiri da due 18/32, Tiri da tre 15/27, Tiri liberi 16/18 Rimbalzi 34 (26 dif. 8 off.)

 ASSIGECO PIACENZA

Gilmore 9, Gajic 5, Suljanovic 4, D’Almeida 6, Ciocca, Querci (k) 8, Marks 16, Bonacini 13, Serpilli 11, S. Bartoli 4, Filoni n.e..

Allenatore Humberto Manzo

Vice Luca Ogliari

Tiri da due 24/48, Tiri da tre 5/18, Tiri liberi 13/15 Rimbalzi 29 (18 dif. 11 off.)

 Arbitri: Fabio Ferretti di Nereto (TE) , Andrea Cassinadri di Bibbiano (RE) e Mirko Picchi di Ferentino (FR)

 Spettatori: 2.500 circa

 

 

 

sabato 1 marzo 2025

E’ CALATO IL SIPARIO SULLE 4S: CIVIDALE SALUTA (E PERDE) UN LUOGO STORICO

 

Il 31 gennaio 2025 sarà ricordato come un giorno molto triste a Cividale: dopo tanti “Al Lupo - al Lupo” il proprietario e ultimo gestore ha mantenuto “la minaccia” che da un po’ di anni rivolgeva ai suoi più affezionati avventori: “Chiudo tutto e vi mando tutti a quel paese”.  Pensando di interpretare il pensiero di diversi amici-avventori di lunga data dico a Livio che siamo davvero contenti perché finalmente è riuscito a coronare il suo intento di godersi il più che meritato riposo, oltre che i frutti della sua più che ventennale gestione della storica pizzeria - ristorante, dopo che nei primissimi anni del nuovo millennio l’aveva radicalmente trasformata, abbellita e rilanciata fino a farla diventare un punto di riferimento per tutti coloro che venivano, a vario titolo, in visita alla Città. 

Egoisticamente invece siamo molto dispiaciuti perché sentiremo eccome la mancanza oltre che delle sue pizze e delle pietanze del ricco menù, della sua teatralità e dei suoi improperi con cui ci “accoglieva” ogni volta che andavamo a fargli visita - tanto che l’espressione non era “Andiamo a mangiare alle 4S” ma bensì “Andiamo a farci insultare da Livio”.

Ben consapevoli che quel trattamento fosse un’esclusiva-privilegio che potevamo vantare in virtù della vecchia amicizia nata sui banchi di scuola e rinforzata a “doppia mandata” per la condivisione di emozioni che solo l’aver calcato insieme le assi del palcoscenico in gioventù può regalare, oltre che dalle tante sfide calcistiche sui polverosi campetti locali, sia dalla stessa parte che da avversari. 

In questo momento dolce-amaro - crediamo in fondo così anche per lui che ci ha messo “anima e core” per una parte così significativa della sua vita - gli vogliamo esprimere tanta gratitudine per come ha gestito e mantenuto in vita una storica attività di vera accoglienza e ristorazione davvero a favore di tutti i gusti e di tutte le tasche, vincendo alla grande una sfida imprenditoriale sicuramente molto impegnativa e ricca di sacrifici.

Dietro la burbera accoglienza sapevamo bene che per noi un posto l’avrebbe sempre trovato, con o senza prenotazione.

Quello che dispiace constatare è come non ci sia stata la possibilità di passare la mano ad un nuovo gestore, in grado di continuare la tradizione di una storica attività, citata addirittura sotto il nome fittizio di “Al Rinoceronte” nel celebre romanzo “Vedrò Singapore” ambientato nella Cividale degli anni ‘30 del novecento, dove Piero Chiara vi fa alloggiare il protagonista, in quella che al tempo era una locanda con camere all’insegna “All'Elefante”. 

Nei primi anni ‘80 divenne solo pizzeria all’insegna 4S con la gestione di Fabrizio Spadoni - dove le quattro S stavano per “Sono Sempre Senza Soldi” e come diverse altre attività simili si specializzò e prosperò nel servizio alle centinaia di militari di leva “ospitati” nelle 4 caserme operative presenti allora sul territorio comunale. 

Ne fui testimone diretto, lavorando la sera come cameriere durante il primo anno all’Università: alle 18,00 la porta si apriva e per 20 minuti non si chiudeva più per l’ingresso ininterrotto di militari che riempivano completamente le due sale e animavano il locale tra fumo di sigarette e canzoni scelte al juke-box.

Tutti insieme in una volta sola: pizza o panino con la pasta della pizza - invenzione e specialità della casa - birra, dolce, amaro e caffè. Poi via tutti insieme e alle 21,00 il locale si svuotava completamente e il titolare mi congedava. 

Con la chiusura delle caserme Fabrizio Spadoni passò la mano a Carmine Amato che dovette riconvertire l’attività ad usi “civili” attraendo nuova clientela sfornando pizze “giganti”, dalle proporzioni davvero inusuali per il periodo.

Nei primi anni 2000 Livio Giacomelli, titolare della licenza e dei muri, decise di ristrutturare radicalmente il locale per poi puntare in proprio ad un’offerta di maggiore qualità in un ambiente decisamente più accogliente ed affascinante, ampliando anche sale e menù, oltre alle pizze sfornate da un nuovo forno a legna. 

Una gestione caratterizzata nel tempo da aperture 7 su 7 pranzo e cena e disponibilità ad accogliere clienti anche ad ore tarde, quando a Cividale diventa praticamente impossibile trovare un luogo dove soddisfare l’appetito se per le ragioni più varie hai dovuto saltare i canonici orari della cena. 

Disponibilità che poi si manifestava nel fornire i servizi sostitutivi della mensa aziendale per forze dell’ordine, operai e impiegati durante il giorno e negl’anni con una proficua collaborazione con artisti e maestranze del Mittelfest, ben noti in città per le necessità ad orari insoliti nel mese di luglio.

“Nessuno oggi è disposto a pagare per poi  lavorare”: così ha motivato Livio con la sua solita franchezza la decisione di chiudere definitivamente la pluriennale attività senza riuscire a passare il testimone.

E a noi, fedeli amici ed avventori, a cui mancheranno gli insulti oltre che le pizze, non resta che dire un sincero Grazie di tutto e prendere tristemente atto che si apre un altro vuoto nella già  ridotta capacità produttiva del centro Città.

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