mercoledì 30 aprile 2025

ESTINTORI, ZANZARE, PANE AL FINOCCHIO E ROMA CAPOCCIA

23 marzo 1984

Oggi cercherò di lasciare alla memoria questa gita a Vienna, per non perderla quando – un giorno – inizierà a sfumare tra i ricordi.
Non è stata solo una vacanza scolastica: è stata una piccola rivoluzione. Un assaggio di libertà vera, di quelle che ti fanno sentire padrone delle tue azioni. In un contesto totalmente diverso dal solito, mi sono sentito più vivo, più sveglio… più “io”.

E poi c’è stato quell’orgoglio inspiegabile, quasi istintivo, nel voler tenere alto il nome della mia terra. Non dell’Italia, curiosamente. Ma del Friuli.
Come del Friuli?
La presenza nello stesso albergo di comitive di coetanei da tutta Italia mi ha fatto capire quanto poco siamo “italiani” quando siamo tutti insieme. Invece di unirci in terra straniera, abbiamo passato il tempo a sfidarci, punzecchiarci, litigare per il calcio. Sì, anche all’estero. Incredibile.

In quella strana guerra di campanili, però, siamo riusciti a farci notare. I friulani – pochi ma buoni – hanno lasciato il segno. Tra risate, dialetti, sfottò e qualche provocazione, abbiamo difeso la nostra “friulanità” con fierezza, e senza mai prenderci troppo sul serio.

Ecco alcuni frammenti, sparsi ma nitidi, che non voglio dimenticare.

La corsa in Vespa, la mattina della partenza, io e Michele diretti al distretto militare di Udine per ottenere un nulla osta che poi si rivelerà una totale bufala – ma che ci regala un inizio rocambolesco.
I canti in corriera, tutti insieme, già ubriachi di entusiasmo.
La prima sosta in Austria, dove un ubriaco ci accoglie con una raffica di insulti all’Italia.
L’arrivo al Park Hotel Schönbrunn: la grandezza e il lusso inattesi ci lasciano a bocca aperta.
L’amicizia – nata dopo una quasi rissa – con Pino e gli altri romani, veri personaggi da romanzo.
La giornata nel parco di Schönbrunn, con scoiattoli che si avvicinano fino ai piedi, come in un sogno.
La seconda notte in albergo: io che cerco di dormire alle 4 del mattino, mentre Pino racconta la sua vita a Livio, Zippo e Martina.
La poltrona della nostra camera che crolla sotto i colpi di Ettore “er Bocchinaro”, Fulvio “er Banana” e Renato “er Dormiente”.
Carlo che si esalta per le vie di Vienna come fosse su un palco.
Io e Manzo che ci “perdiamo” al Prater, bestemmiando per aver dovuto abbandonare due ragazze austriache appena conosciute, per rientrare in tempo in corriera.
Le telefonate clandestine alla 244. La “corriera supper culo” der Banana. Le leggende sulle "pipare" della 953.
I romani che staccano estintori a polvere dai muri e li svuotano nelle camere all’urlo di: “Ao’, qui c’estanno zanzare!”
L‘odore fetente, vicino alla soglia del dolore, proveniente dalla gabbia del Tapiro nello zoo di Schönbrunn.
I pasti orribili al Wortner, le facce stravolte dei camerieri, lo sguardo perso dei japaner, il pane al finocchio immangiabile al Grinzing.
Le telefonate a casa per sapere i risultati dell’Udinese e della Serie A.
E l’improvvisata partita di calcio contro gli austriaci al Prater… persa 5-1, senza onore né gloria.

Un disastro bellissimo.

30 aprile 2025

Oggi, più di quarant’anni dopo, ho quasi sessant’anni e una vita piena di tante cose alle spalle.

Rivedo quel ragazzo che correva in Vespa e si esaltava per una stanza d’albergo e o alla notizia di una vittoria dell'Udinese, che si sentiva grande solo perché dormiva fuori casa, e dentro aveva la testa piena di sogni.
Pensava che il futuro lo avrebbe costruito pezzo per pezzo, con la forza della volontà e l’energia dell’entusiasmo. Si immaginava con un lavoro importante, viaggi per il mondo, magari una casa piena di libri, di amici, di figli e… di tutto, semplicemente di tutto.

E poi la vita ha fatto di testa sua.
Ha disegnato strade che non avevo previsto, mi ha portato in direzioni che non sempre avevo scelto.
Ma a pensarci bene, molti di quei sogni si sono realizzati, magari in forme diverse da come li immaginavo allora, ma ci sono.
Ci sono stati di sicuro l’amore, la paternità, l’amicizia vera, viaggi, soddisfazioni, momenti di bellezza pura. Ci sono stati anche inciampi, pure clamorosi, certo, e più di qualche "corriera a due piani" è finita "supperculo" come disse Er Banana nel 1984 ma, voltandomi indietro, mi rendo conto di essere stato stato fortunato.

E allora non provo rimpianto, ma riconoscenza.
Perché nonostante tutto, quella vita piena di aspettative qualcosa mi ha dato. Perché qualcosa di quel ragazzo entusiasta è rimasto in piedi, saldo, a ricordarmi da dove vengo.

Quel ragazzo che cantava in corriera è ancora qui dentro. Solo che adesso ascolta più di quanto parli. Corre meno, ma guarda meglio. E soprattutto, ci crede ancora.

Non a tutto, certo. Ma a quello che conta sì: all'amore,  all’amicizia vera, alla curiosità per il mondo e alla forza di ridere anche quando fa male.
E alla voglia di non diventare un uomo che si arrende al tempo, alla routine, alla nostalgia.

Quella Vienna è lontana, è vero, ma dentro di me quella gita, in fondo, non è mai finita e forse non finirà mai.

Perché sono stato quel ragazzo.
E finché saprò ricordarlo con un sorriso, probabilmente, lo sarò ancora.
Come, forse, diversi miei compagni di quella primavera 1984.


giovedì 24 aprile 2025

ITALIENER RAUS

 



Non ho più la percezione di come gli adolescenti di oggi vivano l'annuale gita scolastica, specialmente quella dell'ultimo anno, quello dell'esame di maturità e che, mi fanno giustamente notare, non si chiama neppure più così, avendo assundo l'altisonante - ma più burocratica - denominazione di "Esame di Stato".

Per quanto mi riguarda sono trascorsi 40 anni esatti  da quegli eventi e oramai quasi 10 da quando accompagnai l'ultima volta degli studenti in stage all'estero per cui, vista la sempre maggiore velocità con cui si modificano gli usi sociali e soprattutto come questi vengono vissuti dai ragazzi nel periodo scolare, non ho più idea di che cosa sia diventata per loro quella "fatidica" ultima gita prima della fine degli studi scolastici, momento che segna (o segnava?) un passggio nella vita di ciascuno. 

Ex colleghi addirittura mi riferiscono che per ragioni legate alla crescita esponenziale delle difficoltà burocratiche-organizzative, la lievitazione dei costi a carico delle famiglie e l'ardua opera di individuazione di docenti disponibili a fare da accompagnatori date le responsabiltà in capo a questi ultimi, molti istituti non prevedono più l'organizzazione della "visita d'istruzione".

Una circostanza che nel 1985 sarebbe stata vissuta come una tremenda tragedia: la "gita" era per tutti il momento "clou" dell'intera annata, atteso spasmodicamente sin dalla prima campanella di settembre; forse i contemporanei sorrideranno e probabilmente troveranno queste mie parole esagerate ed iperboliche.

Certo, con gli occhi e le menti di chi è cresciuto abituato a spostarsi in gran parte del mondo e dell'Europa senza eccessive difficoltà, pure con una certa frequenza e ad avere a portata di mano immagini, informazioni ed iterazioni in tempo reale comunque, dovunque e praticamente con chiunque, la reazione è più che comprensibile.

Non chiederò loro lo sforzo di immaginarsi il mondo di un adolescente del Friuli orientale nel 1985, rischierebbero un'emicrania fulminante, il sopraggiungere di una noia mortale e il sorgere di una fastidiosa insofferenza: più o meno la stessa che provavo io quando mio padre, e soprattutto mio nonno, insistevano nel farmi credere quanto era spensierata la mia adolescenza rispetto alla loro, rispettivamente svoltasi durante e subito dopo due conflitti mondiali che avevano visto il territorio friulano teatro di ogni genere di efferatezza da parte dei contendenti e di miseria nera per la popolazione civile.

Ai contemporanei dico solo: no internet, no Ryanair, no smarthphone, no iPad o iPod, no foto senza macchina fotografica con pellicola, no chatgpt, leva obbligatoria a 18 anni, no Schengen ma confini tra ciascun stato europeo e mezza Europa non visitabile perchè facente parte di un blocco politicamente e militarmente nemico, no playstation, no euro, no carte di credito, media di un auto per nucleo familiare, ovvero quella "untouchable" che usava il padre per andare al lavoro, no Netflix ma Tv con max 9 canali e spesso senza telecomando.

E sicuramente ho dimenticato qualche altro no di "diavolerie" che loro usano e di cui ignoro l'esistenza.

Bene, in questo scenario da età della pietra, nell'ultima settimana di marzo 1985, a meno di tre mesi dall'esame di maturità la mia classe si radunò un sabato sera nell'atrio della stazione di Udine per prendere il treno che ci avrebbe portato a Monaco di Baviera per poi farci rientrare la settimana seguente.

Sette giorni tutti insieme lontano da casa, senza libri e genitori  tra i piedi, in 20 e con un un'unica accompagnatrice: la neanche trentenne docente di tedesco! Un' apoteosi, insomma.

Si perchè, dopo un viaggio che durò tutta la notte, alle otto del mattino seguente dalla Hauptbhnhof di Munchen prendevamo la S-Bahn che in mezz'ora abbondante ci scaricò ad Ismaning, piccolo comune alla periferia della capitale bavarese alla ricerca del nostro albergo, che nei giorni successivi oltre a diventare la nostra "base operativa" fu teatro di una ricca serie di episodi degni di non sfigurare all'interno di qualche cinepanettone dell'epoca.

Al pari del centro storico di Monaco e del parco dell'Olympiastadion, perchè ogni giorno verso le 16,00, terminato il programma delle visite guidate, la docente ci lasciava soli - essendo tutti maggiorenni - con l'unico obbligo di presentarci puntuali alla sera in albergo per la cena.

Vi lascio immaginare.

Fu grazie a questa libertà che alcuni di noi, tra le altre cose, riuscirono a violare la sorveglianza dell'Olympiastadion e calpestare il prato della finale mondiale del 1974 e soprattutto "imitare" Mennea e Borzov in una patetica - ma emotivamente eccezionale - riedizione della finale olimpica dei 200 piani, prima che la sorveglianza ponesse fine allo scempio, "invitandoci" a lasciare subito l'impianto.

Per poi sfidare sul prato del parco dei coetanei tedeschi - dell'ovest - che giocavano a calcio tra di loro, "invitandoli" ad una rivincita della finale mundial di tre anni prima e subito dopo, non paghi per la nuova vittoria e per nulla infastiditi dal fatto di non avere al seguito dei costumi da bagno, in mutande e sudaticci profanammo l’adiacente vasca olimpionica in cui Mark Spitz aveva vinto 7 medaglie d'oro nel 1972.

L'idea di "imitare" Klaus Dibiasi dal trampolino olimpico, lanciandoci "a bomba" come lo facessimo dal salto dall'Edera nel Natisone, decretò la nostra definitiva espulsione dal complesso olimpico natatorio da parte degli addetti alla sicurezza, ai quali avevamo dato l'ennesima occasione per urlare, questa volta a ragione: "Italiener raus!" 

Allora non lo sapevamo, ma erano gli ultimi bagliori di un'epoca.


     

mercoledì 23 aprile 2025

PATRIMONIO UNESCO

 

Sono passati solo 4 anni da quando Cividale battagliava per la prima volta nella fase ad orologio della serie B assistita da una Marea… di un paio di addetti ai lavori muniti di autocertificazione che diligentemente raccontavano quello che accadeva nel vuoto assordante di un palazzetto deserto.

Immagini e ricordi che invece sembrano arrivare da qualche lontana era geologica, da un tempo di cui si dubita persino sia stato reale. 

Pochi hanno il “privilegio” di ricordarselo e un un numero ancora più piccolo poteva immaginare come lo spirito di questo club, dei ragazzi che via via hanno vestito la maglia delle Aquile e dello staff che li dirige, potesse essere in grado di trasformare questo posto, facendo innamorare in seguito una comunità che nel tempo ha allargato sempre più i suoi confini.

Capace di conquistarsi in tutta Italia ina fama di cui essere orgogliosi, avendo fatto di via Perusini un posto in cui si respira, a detta di chi ci arriva da lontano, un clima e un’elettricità senza pari nello stivale per calore, correttezza e soprattutto, voglia di far festa.

Non solo quando si vince, cosa che succede un po’ dovunque, ma ogni volta che ci si siede e si stati seduti su quei seggiolini, a prescindere. 

Patrimonio da tutelare con cura, trattasi di un altro « Tempietto Longobardo ».

Intanto che si studia come fare, sempre a prescindere, è arrivata puntuale, come un orologio svizzero, l’ennesima e consecutiva partecipazione ai playoff di categoria, nel campionato di A2 più competitivo degli ultimi 20. A detta degli esperti. 

sabato 19 aprile 2025

CIVIDALE "RESUSCITA" NELLA RIPRESA ISPIRATA DA UN SUPER DELL'AGNELLO: CENTO KO 83-75

 

Ultima gara di regular season in via Perusini per i ragazzi di Stefano Pillastrini, chiamati a vincere ad ogni costo per mantenere la posizione che permette l'ingresso direttamente nel tabellone dei play-off e anche per far dimenticare al proprio pubblico i tre ultimi tre tonfi consecutivi patiti tra le mura amiche contro Verona, Torino e Urania Milano.

In particolare molto dolorosa è stata la mancata vittoria sette giorni fa contro i lombardi giunti in Friuli non al meglio e capaci invece di sfruttare diverse amnesie difensive e passaggi a vuoto dei padroni di casa, che hanno pagato dazio pesante – visti i tempi – vedendosi prima raggiungere a fil di sirena e poi sconfiggere di un punto nel supplementare, mancando così l'occasione di blindare un piazzamento finale importante.

L'obiettivo stasera non era per nulla semplice perché a Cividale era attesa quella Sella Cento sconfitta si nettamente all'andata in Emilia, ma imbattuta nei precedenti in riva al Natisone e oggi tutt'altra squadra, reduce da un buon record lontano da casa e anch'essa con la necessità di fare bottino pieno per centrare la salvezza e non finire nelle sabbie mobili dei play-out.

Alla prova del campo la Gesteco riesce a centrare l'obiettivo in una gara dai due volti, riuscendo nella seconda parte a recuperare il parziale di – 16 con cui gli emiliani erano andati al riposo dominando per lunghi tratti, disputando una ripresa “vecchio stile” trascinati nel momento critico da un super Dell'Agnello autore di 27 punti complessivi con un eloquente 12/14 dal campo (3/3 dall'arco) e 7 rimbalzi, ben coadiuvato da Lamb (21 punti) nelle fasi cruciali dell'ultimo periodo.

Si parte con Redivo, Lamb, Marangon, Dell'Agnello e Berti per i ducali mentre gli ospiti si presentano sul parquet con Berdini, Nobile, Benvenuti, Devoe e Davis con Doron Lamb subito “on-fire” per il 7-3 iniziale frutto di due liberi, una tripla e un tiro dalla media da parte dell'americano gialloblù; gli ospiti però non ci stanno e agguantano subito la paità sul 9-9 a metà tempo e Pillastini che inserisce Miani per Berti. Una stoppata di Marangon su Devoe in transizione e poi una tripla di Redivo riportano in parità Cividale (12-12) ma Cento inizia a colpire dalla lunga distanza e a sfruttare alcune amnesie difensive dei gialloblù per portarsi avanti sul 12-18; Ferrari e Miani – ben servito da Redivo – accorciano sul 16-18 e poi ancora Ferrari da sottomisura fissa il 18-18 a 1'22” dalla prima sirena a cui si arriva con gli ospiti avanti 18-21 grazie ad una tripla di Sperduto che Cividale non riesce a replicare nelle ultime battute della frazione.

Alla ripresa del gioco gli emiliani allungano subito sul + 7 (18-25) e Pillastrini si vede costretto a chiamare minuto per fermare l'inerzia sfavorevole; Ferrari in difesa e Dell'Agnello in attacco cercano di arginare gli ospiti che però sono in giornata decisamente positiva dalla distanza e si portano sul + 11 (23-34) a 6'18”. Il vantaggio si dilata a +14 (27-41) dopo l'ennesimo canestro di un immarcabile Davis (16 punti già messi a segno dall'americano di Cento) a 3'40” con la Sella che, comprese le difficoltà difensive dei friulani, continua ad affondare i colpi e va all'intervallo sul 32-48.

A metà gara tutti i numeri premiano Cento, che ha tirato dal campo con il 50% e catturato 20 carambole contro il 39% e 16 rimbalzi di Cividale e un Davis con 18 punti in carniere e 7 su 12 dal campo, mentre nelle fila gialloblù il solo Dell'Agnello presenta statistiche all'altezza della situazione, con un 4/4 dal campo (2/2 dall'arco) e 3 rimbalzi nei 16 minuti in cui è stato impiegato.

A questo punto per la Gesteco ci vorrebbe un deciso cambio di marcia per “rimettere in piedi” il match e in avvio un parziale di 7-0 (38-49) fa sperare i tifosi gialloblù, che poi prendono fiducia quando uno scatenato Dell'Agnello riporta i suoi sul – 9 e poi una tripla di Marangon fissa il – 6 (48-54) a 5'10” dalla penultima sirena che induce Di Paolantonio a richiamare i suoi per un time-out. L'ala livornese è un problema per gli emiliani e continua ad andare a segno sottomisura e anche Marangon è diventato una sentenza dall'arco, così il match è completamente riaperto perchè a 2'20” Ferrari dalla lunetta porta il tabellone sul 57-58. Il terzo periodo va invece in archivio con gli ospiti che, affidandosi quasi esclusivamente a Davis, sono ancora avanti 59-62.

Quando si apre l'ultima frazione è Lamb con gioco da tre punti ad agguantare la parità (62-62) e poi dall'arco a ridare il vantaggio a Cividale (65-62), con i ducali che però non riescono a sfruttare diverse occasioni per incrementare il vantaggio e così il tabellone a metà tempo dice 65-64.

E' Ferrari dall'arco a rompere il digiuno (68-64) con Davis che replica subito dalla lunetta (68-66) e Cividale che entra in bonus e il match fa già intendere un altro arrivo in volata in via Perusini.

Dell'Agnello a 3'30” dalla sirena conclusiva infila il suo punto numero 27 per il massimo vantaggio ducale (72-66) e poi Redivo trova la tripla del 75-68 che spinge ancora di più i ducali verso il traguardo. Gli emiliani però non intendono abdicare e il tabellone dice 79-75 a 1'05” dopo una tripla di Devoe e nell'ultimo minuto sono diversi i viaggi in lunetta di Rota per il fallo sistematico ordinato dal coach ospite; la mano del capitano non trema e così si arriva all'83-75 finale con cui la Gesteco torna a vincere in via Perusini ed ipoteca per la terza volta consecutiva la partecipazione ai play-off.


UEB GESTECO CIVIDALE – SELLA CENTO 83-75

(18-21, 32-48, 59-62)

UEB GESTECO CIVIDALE

Lamb 21, Redivo 12, Miani 2, Anumba, Mastellari, Rota (k) 4, Devetta n.e., Marangon 6, Berti 2, Ferrari 9, Dell'Agnello 27, Piccionne n.e.

Allenatore Stefano Pillastrini

Vice Giovanni Battista Gerometta, Alessandro Zamparini

Tiri da due 20/36, Tiri da tre 10/26, Tiri liberi 13/15 Rimbalzi 33 (23 dif. 10 off.)

SELLA CENTO

Devoe 8, Tanfoglio 3, Alessandrini (k) 6, Berdini 4, Moretti n.e., Graziani 2, Sperduto 3, Davis 30, Benvenuti 10, Nobile 9.

Allenatore: Emanuele Di Paolantonio

Vice Andrea Cotti e Giovanni Piastra

Tiri da due 17/34, Tiri da tre 9/23, Tiri liberi 14/16 Rimbalzi 30 (22 dif. 8 off.)

Arbitri: Salvatore Nuara di Treviso, Umberto Tallon di Bologna e Matteo Luchi di Prato.

Spettatori: 2.800 circa

martedì 15 aprile 2025

LO SCUDETTO ESG

In questi ultimi anni nel mondo delle imprese è diventato di moda, e per diversi presto sarà un obbligo, parlare di "sostenibilità". 

Nel settore della consulenza aziendale è tutto un fiorire di iniziative formative e conseguenti offerte al mercato di servizi sul cosiddetto "bilancio di sostenibilità", meglio noto tra gli addetti ai lavori con l'acronimo anglosassone ESG (Environmental, Social, and Governance:  ambientale, sociale e di governance). 

In parole povere si tratta di un insieme di criteri che vengono utilizzati per valutare qual è l'impatto di un'azienda o di un investimento sul territorio di riferimento al di là del profitto o meno che è stato capace di generare per la proprietà. 

E nello sport? Settore da esentare, mondo a sè stante e da sempre refrattario alle regole generali?

Ve lo immaginate se questa filosofia venisse applicata alle competizioni sportive, laddove queste abbiano raggiunto la dimensione professionistica di show-business?

Si sa che il tifoso-consumatore di questi eventi è interessato esclusivamente ai risultati e alle vittorie della propria squadra del "cuore", assai poco (nulla) gli importa come questi risultati vengono conseguiti sul piano economico-finanziario e su quanto "disinvolte" o virtuose possano essere le gestioni dei club dal punto di vista del rispetto delle regole fiscali e contributive. 

Eventuali evasioni d'imposte, scommesse illecite, creazioni di fondi non proprio trasparenti in paesi dall'allegra imposizione tributaria, ingenti finanziamenti bancari non onorati, fornitori e dipendenti amministrativi non pagati sono materie che al tifoso-consumatore suscitano ben poca preoccupazione se sono valsi la conquista di qualche trofeo continentale, la vittoria di un campionato o una promozione.

E chi se ne frega dell'impatto ESG.

Roba per avvocati e commercialisti, insomma.

Ecco, dando per una volta voce non all'animo del cronista ma a quella del commercialista, mi è venuta un'idea eccentrica ESG, eccentrica nel senso proprio del termine che origina dal greco ἔκκεντρος, comp. di ἐκ «fuori da» e κέντρον» centro.

Fuori dal centro, dal coro o se preferite, fuori di testa.

Ovvero: inserire accanto ai punti in classifica quanto questi punti sono costati al proprietario del club, o se preferite, accanto alla classifica generale a punti la classifica ESG: quella dove al primo posto ci va chi ha il rapporto migliore tra punti e budget.

E premiarlo a fine anno con lo scudetto ESG, o la Champions ESG o ancora l'Eurolega ESG.



 

sabato 12 aprile 2025

OVERTIME ANCORA FATALE: MILANO PASSA A CIVIDALE 95-96


Un match fondamentale nella corsa ai play-off era l'incrocio di stasera di via Perusini tra Gesteco e Urania Milano, con i padroni di casa vogliosi di mettere un'ipoteca quasi definitiva sulla qualificazione, riscattare le due ultime sconfitte casalinghe contro Verona e Torino dando seguito e profitto ai due importantissimi e convincenti successi esterni in altrettanti scontri diretti su campi infuocati come il Pala Pentassuglia di Brindisi ed il PalaDozza di Basket City. Gli uomini di Cardani, staccati di 4 punti dai ducali, si giocavano invece le ultime chance di riuscire ad entrare nella griglia dei primi 7 ed evitale l'ingresso nella post season passando attraverso le forche caudine dei play-in, lasciandosi alle spalle una striscia negativa di 5 sconfitte consecutive.

Cividale si presentava con gli effettivi al completo, compreso Marangon che era uscito malconcio alla caviglia nella sfida con la Fortitudo al cospetto invece di un avversario condizionato nelle ultime settimane dalle non perfette condizioni fisiche di alcuni uomini chiave.

Cividale alla fine ha più di un motivo per recriminare per essersi fatta sfuggire l'occasione, uscendo perdente per la terza volta di fila dal proprio fortino e incassando un'altra sconfitta all'over-time maturata in circostanze davvero rivedibili, avendo sciupato in più occasioni l'opportunità di chiudere la contesa e con errori dalla lunetta che si sono rivelati fatali.

Onore al merito all'Urania che è rimasta in partita con le “unghie e con i denti” senza mai mollare, castigando i padroni di casa ogni volta che questi hanno alzato il “piede dall'acceleratore” e mandando a referto 6 uomini in doppia cifra con un secondo quarto stellare.

Pillastrini in partenza si affida a Redivo, Lamb, Marangon, Dell'Agnello e Berti mentre per i lombardi scendono sul parquet le vecchie conoscenze APU Amato e Gentile assieme a Cesana, Cavallero e Udanoh con la Gesteco che approccia subito bene la gara e conduce 10-4 a 5'44” dopo due liberi e un sottomano di Berti, 3 punti di Marangon e una tripla di Lamb e Milano che fatica non poco a trovare ad eludere la difesa gialloblù; gli ospiti cercano di sfruttare un paio di passaggi a vuoto in attacco dei gialloblù per rifarsi sotto ma Redivo li riporta a – 8 (18-10) dall'arco inducendo Cardani a chiamare minuto mentre Pillastrini rimescola le carte inserendo Mastellari Ferrari, Rota e Miani. Alla ripresa del gioco è ancora il talento di Bahia Blanca che infila il 21-10 da casa sua, subito imitato da Rota a stretto giro con il tabellone che dice 24-10 a 1'52” dalla prima sirena a cui si perviene infine sul 27-17, parziale suggellato da una tripla di Mastellari dopo un parziale dei 0-5 degli ospiti.

Gli ospiti partono meglio con Gentile sugli scudi, ma una tripla di Miani li rimanda subito sul – 9 (30-21) prima che la Gesteco perda malamente un paio di palloni e Pillastrini si veda costretto a richiamare i suoi per un time out a seguito di un canestro in transizione di Maspero che ha ridotto a 4 la distanza (30-26) a 7'45”; una tripla di Cesana riporta definitivamente in scia Milano (32-31) verso la metà della frazione, con i ducali che hanno perso fluidità in attacco e subiscono la fisicità di Udanoh, mentre Cesana è on fire e ancora dall'arco completa la rimonta (36-36) e poi Maspero, sempre dalla distanza, mette per la prima volta la freccia per gli ospiti (36-39) a 4'20” dall'intervallo lungo. Una tripla di Marangon ritrova la parità (41-41) in una fase del match caratterizzato da diversi errori su entrambe i fronti e una marcatura asfissiante di Maspero su Redivo, dalla quale però esce meglio Milano che sfrutta bene Udanoh sotto il canestro ducale per andare al riposo sul 45-51 con ben 15 punti e 21 di valutazione del lungo meneghino.

Dopo una buona prima frazione i padroni di casa non sono più riusciti ad arginare le iniziative ospiti e a trovare le contromisure sotto canestro, subendo un parziale di 18-34 in cui oltre al già citato Udanoh per l'Urania sono stati particolarmente efficaci Cesana (100% dal campo con 9 punti) e soprattutto Maspero, con la sua azione difensiva su Redivo e 10 punti infilati nella retina di Cividale.

E' Miani che riapre la contesa dalla media distanza, imitato Lamb e Cividale così rientra sul 49-51 e ritrova la parità ancora con la guardia statunitense (51-51) che induce Cardani a richiamare subito i suoi per un time-out e bloccare l'inerzia sfavorevole. Maspero punisce subito dall'arco ed è sempre Lamb a trascinare i suoi per la nuova parità procurandosi 3 liberi, tutti trasformati dalla lunetta e poi Redivo riporta, sempre dalla distanza, avanti i gialloblù sul 57-54 a metà frazione. La gara ora è in perfetto equilibrio perchè Gentile rientrato dalla panchina annulla il piccolo vantaggio creato da Cividale grazie a Matteo Berti (60-60 a 2'40”), ma la Gesteco riesce nel finale a sfruttare il calo degli ospiti che si affidano quasi esclusivamente alle iniziative di Gentile e chiudono avanti 70-64 con due liberi di Dell'Agnello che viaggia in lunetta dopo aver subito il terzo fallo dall'ala ex APU:

Redivo da tre replica subito a Cavallero per il 73-66 e poi costringe il lungo ospite al quarto fallo e a seguire “spara” ancora da distanza siderale la “bomba” del + 10 (76-66) a 8'43” che obbliga il coach dell'Urania a chiamare sospensione. La mossa paga perchè Cividale perde subito due palloni e Milano va sul 76-70 e questa volta è Pillastrini a fermare il gioco e riordinare i suoi; Leggio dalla lunga e Cavallero prima dalla lunetta e poi ancora da “tre” riportano gli ospiti sul + 1 (76-77) infliggendo un parziale di 0-11 ai padroni di casa che fa presagire un finale da vivere con il cuore in gola sulle gradinate. E' sempre il Sindaco Redivo a reggere le sorti dei ducali, e con 7 punti di fila, dà 6 punti di vantaggio ai suoi (83-77) quando il cronometro indica 4'12” alla fine; i lombardi però non vogliono mollare la presa e con Cesana tornano sul – 3 (83-) a 2'51”, quando Pillastrini rimanda in campo Miani per Ferrari.

E' capitan Rota a infilare un tiro dall'arco pesantissimo (86-80), ma poi commette infrazione di passi e l'Urania si rifà sotto con Gentile (86-82) a 1'45”; a 55” Berti va in lunetta avendo subito il quarto fallo da Gentile ma si fa tradire dall'emozione e sbaglia entrambe i liberi e così Milano trova i liberi dell'88-86 a 25”. Redivo non trova la conclusione vincente e sulla sirena un canestro di Maspero manda tutti al supplementare, proprio come nella gara d'andata.

L'overtime inizia con ben 4/5 del quintetto milanese gravato da 4 falli e Miani subito pronto ad infilarsi nel cuore della difesa meneghina e poi costringe Gentile alla quinta penalità e uscita dal campo e dalla lunetta sigla il 92-88. Un 2+1 di Cavallero tiene a contatto l'Urania che con Cesana dall'arco fugge via sul 92-94 e Pillastrini richiama Redivo in panchina.

Capitan Rota si guadagna tre tiri dall'arco subendo fallo da Cesana e con un 2/3 riporta la parità a 2'07” ma Maspero penetra ancora per il 94-96 e Lamb a 40” fa 1 su 2 (95-96) e Cividale spreca l'ultimo possesso, con i tiri di Lamb e Rota respinti dal ferro.


UEB GESTECO CIVIDALE – WEGREENIT URANIA MILANO 95-96

(27-17, 45-51, 70-64, 88-88)

UEB GESTECO CIVIDALE

Lamb 11, Redivo 31, Miani 13, Anumba 2, Mastellari 6, Rota (k) 8, Drusian n.e., Marangon 6, Berti 7, Ferrari 6, Dell'Agnello 5, Piccionne n.e.

Allenatore Stefano Pillastrini

Vice Giovanni Battista Gerometta, Alessandro Zamparini

Tiri da due 14/40, Tiri da tre 14/33, Tiri liberi 25/32 Rimbalzi 43 (27 dif. 16 off.)

WEGREENIT URANIA MILANO

Brancale n.e., Gentile 20, Amato (k), Di Franco n.e., Maspero 17, Leggio 12, Cavallero 12, Ndzie, Udanoh 20, Cesana 15.

Allenatore: Marco Cardani

Vice Nicolò Locati e Stefano Corengia

Tiri da due 26/49, Tiri da tre 8/20, Tiri liberi 20/26 Rimbalzi 38 (27 dif. 11 off.)

Arbitri: Alessandro Costa, Fabio Ferretti e Adriano Fiore

Spettatori: 2.800 circa


lunedì 7 aprile 2025

E' PASSATO UN ANNO, SONO PASSATI 5 MINUTI

E' passato un anno dal 5 aprile 2024 quando i cancelli dell’ex Caserma Francescatto furono aperti alla popolazione e venne illustrato uno studio di fattibilità per una possibile riconversione ad usi civili di quegli spazi tanto ampi da essere una città nella città.

Un momento felice e dall’alto contenuto simbolico per la nostra comunità.

Nel frattempo in concreto sono stati tolti i cartelli.
Sarebbe bello sapere che dietro le quinte la macchina amministrativa ha prodotto già qualche risultato in tema di reperimento di fondi e progettato qualche “piccolo” intervento per rendere fruibile alla cittadinanza anche una piccola porzione degli spazi verdi esistenti.
Magari per permettere di lasciare un fiore, a chi lo desidera, non solo una volta all’anno, sul monumento che ricorda i partigiani ivi fucilati durante i tremendi anni 1943-45.

Se non è così sono certo che qualcuno mi spiegherà che c’erano impedimenti tecnici insuperabili o qualche motivo altrettanto valido per non poter o voler modificare lo status quo.
Del resto è noto che in Italia per il cittadino e per la macchina amministrativo-burocratica il tempo scorre con velocità diversa, un anno del cittadino ha la dimensione di 5 minuti per la burocrazia.
O viceversa, se preferite.

La speranza è che non si ripeta la storia della Caserma Miani, della Lanfranco-Zucchi e della Vescovo, già tutte passate dal Demanio alla disponibilità del Comune da ben più di 5 minuti.

sabato 5 aprile 2025

200 VOLTE GRAZIE EUGENIO - 200 VOLTE GRAZIE RAGAZZI

 

Al  Pala Dozza Eugenio Rota ha vestito la maglia gialloblù n. 200, record man delle United Eagles Basketball Cividale, presente fin dal primo giorno dell’ottobre 2020. 

E’ bello che il destino glielo abbia fatto festeggiare proprio nel tempio di Piazzale Azzarita, dove nel gennaio 2023, il capitano “sparò” in faccia alla Fossa 4 triple consecutive nell’ultimo quarto e che furono decisive per quel primo storico successo di Cividale a casa della Fortitudo.

La magia si è ripetuta con una grande prestazione collettiva che ha voluto onorare al meglio anche la duecentesima gara ufficiale di tutta la UEB, con cui Eugenio non ha saltato in 5 anni una partita che sia una.

Non c'era modo migliore per farlo.

Congratulazioni e grazie Eugenio, capitano coraggioso, nessuno più di te rapprenta e incarna lo spirito UEB, la voglia e la capacità di migliorarsi ogni giorno e conseguire successi “Against all Odds”, dove proprio tutto sembra quantomeno improbabile. 

E grazie ragazzi.

Sotto con altre 200!

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