Il sole si abbassava lentamente sull’orizzonte, avvolgendo la campagna dell’Aude in una luce ambrata, quasi irreale. Tra il canto dei grilli e il sussurro del vento tra gli ulivi, Lorenzo e Étienne, due amici di lunga data, salivano a piedi il sentiero che conduceva a Rennes-le-Château.
Davanti a loro, arroccato su uno sperone di pietra, Rennes si mostrava come un piccolo miraggio medievale: la Tour Magdala, simile a un avamposto solitario, vegliava sul vuoto come una sentinella, e accanto, la piccola chiesa dedicata a Maria Maddalena si stagliava tra cipressi contorti e muretti di pietra bianca. Tutto attorno, leggende: tesori nascosti, manoscritti perduti, misteri templari e segreti legati a Gesù e alla Maddalena; in quel momento, però, né Lorenzo nè Étienne sembravano interessati al mistero esteriore: camminavano lenti, in silenzio, come due pellegrini in un paesaggio mentale.
Étienne, fermandosi un istante, disse:
"Ce lieu est enveloppé d’un silence plus profond que le silence même."
(Questo luogo è avvolto da un silenzio più profondo del silenzio stesso.)
"Ogni volta che vengo qui, sento come se stessi attraversando una soglia invisibile, come se il paesaggio stesso sapesse custodire qualcosa."
Lorenzo:
"Non sei il solo. Ma forse quel ‘qualcosa’ non è fuori da noi, è ciò che il luogo risveglia dentro; come i sensi, che ci danno notizie del mondo, ma non spiegano nulla da soli."
Étienne:
"Questo lo dici tu, che non ti fidi mai delle apparenze ma per la maggior parte delle persone, i cinque sensi sono tutto ciò che abbiamo per orientarci nella realtà."
Lorenzo (guardando il profilo della torre):
"Sono strumenti preziosi, certo, ma proprio perché fondamentali, bisogna imparare a usarli. Se è vero, come è vero, che i cinque sensi sono i mezzi organici grazie ai quali possiamo comprendere l’ambiente fisico esterno, dobbiamo anche chiederci se basta studiarli, comprenderne i meccanismi, per capire davvero il mondo."
Étienne:
"E se non basta?"
Lorenzo:
"Allora è necessario integrare quella conoscenza con un lavoro sul mondo interiore, a cui i sensi devono essere subordinati. Tributari, non sovrani."
Si fermarono presso un muretto a secco. Davanti a loro la valle si stendeva immobile, come in attesa; una leggera foschia si levava tra i vigneti.
Lorenzo continuò, con voce più bassa, quasi riflessiva:
"È grazie a questa integrazione che impariamo a diffidare delle sensazioni immediate e dei giudizi che sorgono dalle sollecitazioni esteriori. Così iniziamo a esercitare un controllo sulle reazioni istintive. E a poco a poco, smettiamo di essere in balia degli eventi, delle emozioni, del rumore del mondo e questo perchè impariamo a decifrare sempre con maggiore precisione il loro contenuto."
Étienne:
"Ma è un lavoro lento, ci vuole molta disciplina: non sarebbe più semplice lasciarsi portare e basta?"
Lorenzo:
"È più semplice, ma più pericoloso. Chi non fa questo lavoro resta preda di instabilità, confusione interiore, costantemente sbattuto dagli accadimenti esterni mentre chi invece inizia a osservare, a capire che i sensi sono solo le ‘antenne’ del nostro Essere, comincia a sviluppare un equilibrio diverso, capta i segnali con maggiore competenza."
Étienne:
"Et tu crois que cet équilibre est stable pour toujours?"
(E credi che quell’equilibrio sia stabile per sempre?)
Lorenzo (sorridendo):
"No, ma è un inizio. Finché anche l’intelligenza resta rivolta solo verso oggetti sensibili, anche la conoscenza più elevata non va oltre le forme, non tocca i principi, non apre alla Verità; se invece inizi a percepire i limiti della conoscenza sensoriale, allora si apre un’altra via."
Étienne:
"La via interiore?"
Lorenzo:
"Sì. La via che tutte le Tradizioni riconoscono. Per scoprirla, devi ‘sbarrare la porta’ al mondo esteriore, non per fuggirlo, ma per ascoltare ciò che in te è più profondo. Quel centro che viene spesso chiamato Cuore — non il cuore emotivo, ma il Cuore come sede dell’intelligenza universale."
Étienne (accennando un sorriso):
"E in questo processo si ‘spoglia’ la materia, dici?"
Lorenzo:
"Proprio così. È una spoliazione, ma non è rinuncia: è semina. Come il seme del grano: lento, silenzioso, ma inesorabile: quel grano può germogliare solo in chi ha preparato il terreno. E da lì nasce la vera Conoscenza."
Passarono accanto a una fontana antica. Le pietre erano coperte di muschio, e l’acqua scorreva con un gorgoglio discreto.
Lorenzo (più solenne):
"Una conoscenza che è necessariamente intuitiva, supra-razionale. Non confondiamola con l’irrazionale. Non è sua nemica, anzi; è un’alleata della Ragione: la supera, ma non la esclude. La Ragione serve a dare forma, a comunicare, a esprimere… nella misura in cui è possibile esprimere ciò che nasce nel profondo."
Étienne:
"Allora i sensi non vanno cancellati, vanno messi al servizio."
Lorenzo:
"Sì. I cinque sensi non sono altro che un ponte, un ponte tra il caos del mondo esterno e il mondo interiore e quel ponte deve servire a creare Armonia: l’Armonia tra il Microcosmo e il Macrocosmo. Ma deve essere chiaro chi è il Sovrano… e chi il Vassallo."
Arrivarono infine davanti alla chiesa di Santa Maria Maddalena. Le pietre sembravano vive, impregnate di secoli e silenzi. Sulla facciata, incisa sopra l’architrave, campeggiava la scritta:
"TERRIBILIS EST LOCUS ISTE"
(“Terribile è questo luogo” — Genesi 28:17)
Étienne la lesse piano, quasi con timore:
"Terribilis est locus iste… C’est vrai. On entre ici dans un autre espace."
(È vero… qui si entra in un altro spazio.)
Lorenzo (in tono assorto):
"Terribile… perché sacro. Perché ci pone davanti a noi stessi e non c’è nulla di più sacro… né di più spaventoso."
NOTA:
Rennes-le-Château è un minuscolo villaggio nel sud della Francia, noto per il mistero legato al parroco Bérenger Saunière, che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento improvvisamente divenne ricco senza apparente spiegazione. Da allora, si sono moltiplicate le teorie: chi parla di un tesoro visigoto, chi di manoscritti segreti che metterebbero in discussione la storia del cristianesimo. Il paese è oggi meta di studiosi, mistici e curiosi. Ma più che risposte, offre un silenzio profondo — quello da cui ogni vera ricerca interiore può cominciare.
Nessun commento:
Posta un commento