Cividale del Friuli, fondata nel 50 a.C. da Giulio Cesare come municipium su un castrum preesistente, ha radici storiche che affondano nel periodo romano. La sua posizione strategica, sul fiume Natisone e all'imbocco delle Vallate abitate da altre popolazioni, le fece assumere un ruolo importante dal punto di vista della difesa e del controllo del territorio, circostanza che ha mantenuto per centinaia di anni fino ad accrescerla nei secoli centrali del Medio Evo, quando divenne anche la capitale del potere politico e religioso del Patriarcato d'Aquileia. Nel corso della sua lunga storia, Cividale ha continuato a svolgere funzioni cruciali, passando dunque da sola piazzaforte militare a centro politico e commerciale su cui gravitava una vasta area che comprendeva anche la Valle dell'Alto Isonzo e dell'Idria. Oggi, tuttavia, la città si trova ad affrontare nuove sfide, e il suo futuro appare incerto. Quale sarà il ruolo di Cividale nel contesto attuale?
Il passato recente e la trasformazione economica
Negli anni '70, Cividale era ancora una cittadina vivace e un centro di riferimento per l’intera valle. Le caserme, l'ospedale che fungeva anche da sede dell’unità sanitaria locale, la Pretura e le numerose attività produttive e commerciali–tra cui il negozio "Vidussi", che dava lavoro a decine di persone e serviva anche la vicina Jugoslavia–erano elementi centrali nella vita quotidiana della città. Le caserme, in particolare, costituivano una risorsa fondamentale, generando occupazione e stimolando il commercio e i servizi locali. Il tutto impreziosito dalla presenza di un istituto di credito popolare con la governance diretta espressione del territorio.
A partire dai primi anni '90 del secolo scorso il contesto economico-sociale è mutato drasticamente: prima con la caduta del muro di Berlino e la conseguente fine della guerra fredda, poi accelerando con l'avvio della globalizzazione dei mercati, l'allargamento dell'UE, l'adozione della moneta unica ed infine con la rivoluzione digitale.
Negli ultimi decenni questi mutamenti hanno avuto come conseguenza diretta la dismissione delle strutture economico-sociali che rappresentavano il fulcro della vita cittadina già citate in precedenza, con la chiusura delle caserme e la trasformazione o scomparsa di altre funzioni economiche e amministrative. La città ha perso gradualmente il suo tradizionale ruolo di polo di servizi e occupazione. Gran parte della popolazione, infatti, si sposta quotidianamente verso altre città per motivi di lavoro, e Cividale rischia di diventare - se non lo è già diventata - una "città dormitorio", dove la vita si concentra principalmente nel tempo libero. Di ciò che un tempo faceva la “fortuna” della città ducale sono rimasti invece molti istituti scolastici che garantiscono, pur dovendo fronteggiare anch’essi il calo demografico, un’offerta formativa ampia fino agli studi superiori con punte di eccellenza, se si pensa all’Isis Paolino d’Aquileia per il settore agrario o al Convitto Nazionale Paolo Diacono per gli studi scientifici od umanistici.
La domanda oggi è: quale funzione svolge Cividale? e soprattutto quale ruolo potrà avere in futuro per sopravvivere?
Il turismo, risorsa ma non panacea
In tempi recenti, Cividale ha visto crescere l’afflusso di turisti, grazie alla sua straordinaria eredità storica, rappresentata dal Tempietto Longobardo, dal Museo Archeologico Nazionale e dal centro storico ben conservato. La città è diventata una meta popolare nel fine settimana, con visitatori attratti dalla sua bellezza e dalla sua storia millenaria. Il riconoscimento come Patrimonio dell'Umanità da parte dell'UNESCO nel 2011 ha certamente contribuito ad aumentare la visibilità internazionale della città.
Tuttavia, nonostante il turismo rappresenti una risorsa importante, non è sufficiente a garantire la sostenibilità economica di Cividale. Le attività commerciali locali, pur beneficiando dei flussi turistici nei periodi di alta stagione, soffrono di una bassa affluenza durante la settimana. Inoltre, la crescente concorrenza e il cambiamento delle abitudini di consumo – con la preferenza per gli acquisti online e la globalizzazione dei flussi turistici – rendono difficile per le piccole imprese locali prosperare. Il turismo, pur essendo una risorsa preziosa, non basta a risollevare l’economia cittadina.
Un esempio positivo: la pallacanestro e il progetto UEB Basket Gesteco Cividale
Tuttavia, esistono anche esempi positivi di come Cividale stia cercando di reinventarsi. Uno dei più significativi è il successo della squadra di pallacanestro UEB Basket Gesteco Cividale, che ha raggiunto la Serie A2, una categoria di grande prestigio nel panorama cestistico italiano. Questo risultato ha portato visibilità alla città e ha creato un volano per promuoverla in tutto il paese, rendendola un punto di riferimento sportivo nazionale.
Il successo della squadra è stato possibile grazie alla presenza di una struttura fondamentale: il Palazzo dello Sport. Questa infrastruttura, che ospita le partite della squadra e altri eventi, ha reso Cividale più attrattiva e ha contribuito a mettere in moto una serie di investimenti, sia pubblici che privati. Il progetto della UEB Basket Gesteco ha dimostrato come un'iniziativa sportiva possa non solo arricchire la bisognosa vita sociale della città, ma anche rappresentare una risorsa economica e culturale per la comunità, facendo conoscere ancora di più Cividale in tutta Italia.
Questo modello dovrebbe fungere da ispirazione anche per altri settori, come quello culturale e dell’innovazione. Come nel caso dello sport, anche la cultura e la tecnologia possono beneficiare di progetti ben strutturati che trovano nelle infrastrutture moderne un terreno fertile per lo sviluppo. L’idea di promuovere la città attraverso investimenti mirati, che mettano a disposizione spazi idonei e un ambiente favorevole alla crescita, sfruttando, difendendo e ampliando anche il Polo scolastico già esistente, potrebbe rappresentare la chiave per un futuro prospero.
Le strade possibili per il futuro di Cividale
Cividale forse ha davanti a sé diverse opportunità per un futuro diverso dall’essere “solo” la città della passeggiata nel fine settimana o un hub di accoglienza e smistamento per migranti minorenni della rotta balcanica.
Per coglierle però sarà necessario un ripensamento delle sue risorse e un lavoro sinergico tra i vari settori. Una delle strade possibili è sicuramente il miglioramento dell’offerta turistica, ampliandola e diversificandola. Il turismo storico-culturale, che ha già un buon successo, potrebbe essere affiancato ancora con maggiore incisività dalle iniziative legate al turismo del vino e all’enogastronomia. Cividale è situata in una delle zone più rinomate per la produzione di vini DOC, i Colli Orientali del Friuli, e potrebbe diventare un centro di riferimento per il turismo enologico. Le cantine locali potrebbero ampliare l'offerta tour e degustazioni, mentre eventi dedicati al vino e alla cucina tipica potrebbero attrarre un pubblico ancora più vasto di quello che già fa oggi.
Un’altra grande opportunità riguarda la valorizzazione del patrimonio storico e culturale legato alla vicina Slovenia e alle Valli del Natisone, con cui Cividale potrebbe sviluppare sinergie, recuperando rapporti economici e culturali esistenti nei secoli e che le drammatiche vicende del novecento avevano reciso di netto. La Valle dell’Isonzo, teatro della famosa Battaglia di Caporetto, rappresenta un luogo di interesse storico di grande valore, noto in tutta Europa. Un percorso turistico che colleghi Cividale a questa area potrebbe attirare visitatori interessati alla storia e alla memoria del conflitto, creando una rete transfrontaliera di itinerari legati alla Grande Guerra e alla cultura europea.
Inoltre, Cividale potrebbe puntare su spazi come la Caserma dismessa Francescatto, che rappresenta una grande risorsa inutilizzata. Questa struttura potrebbe accogliere un museo della Guerra Fredda e della leva militare, un luogo di memoria che non solo arricchirebbe l’offerta culturale della città, ma attirerebbe anche turisti - e le decine di migliaia di persone che in passato qui haano prestato servizio da tutt'Italia - interessati a una parte della storia recente, ancora poco valorizzata. Oltre a questa proposta culturale, la Caserma potrebbe diventare un polo per start-up innovative, con spazi destinati al co-working, per attrarre giovani imprese nel campo della tecnologia, della sostenibilità e dell’innovazione.
Un altro settore che ha visto una crescita costante negli ultimi anni è quello vitivinicolo. La produzione di vini DOC nei Colli Orientali del Friuli ha avuto un’importante espansione, con un forte legame tra territorio e identità culturale. Investire in questo settore, creando eventi, promozioni e collaborazioni con il turismo, potrebbe rappresentare una delle leve principali per il rilancio economico di Cividale.
Riscoprire una nuova funzione: il cammino della città
Il futuro di Cividale non può che passare per un ripensamento della sua funzione. Non più solo una città turistica o residenziale, ma un luogo che investe su cultura, innovazione e sostenibilità, riscoprendo il suo spirito di comunità e di polo di riferimento per il territorio.
Gli investimenti culturali fatti ad inizio anni 90 dalla Regione con la grande mostra sui Longobardi e poi con l’istituzione del Mittelfest hanno ben dimostrato che la cultura non è una spesa a fondo perduto ma invece può diventare un volano di sviluppo attraendo a sua volta altri capitali, quando riesce a non essere fagocitata da interessi di bottega e visioni a corto raggio.
La sfida sarà quella di creare nuove opportunità economiche e occupazionali, attraverso un equilibrio tra l'eredità storica e le necessità contemporanee.
In definitiva, Cividale forse ha la possibilità di reinventarsi. Non dovrà accontentarsi di vivere solo di ricordi e di un turismo episodico, ma dovrà cercare di evolversi, sfruttando le risorse locali in modo creativo e sostenibile. Solo così la città potrà guardare al futuro con fiducia, trovando un nuovo ruolo che la renda ancora una volta un centro vitale, dinamico e prospettico per la comunità che la abita e per i visitatori che la scelgono.
Ma per fare tutto ciò i suoi abitanti e, di conseguenza, i suoi amministratori protempore e, più in generale, tutti coloro che hanno a cuore le sorti della città ducale dovranno prima trovare la risposta alla domanda iniziale: qual è la funzione che oggi svolge di Cividale per i suoi abitanti? Qual è, se esiste ancora, il suo territorio di riferimento? E, soprattutto, quale si vuole che sia o che più semplicemente "potrebbe" essere? Cosa vuole o più realisticamente può diventare "da grande"? Cosa fare in concreto per attrarre persone e risorse in pianta stabile?
Quesiti assai complessi e dalle soluzioni incerte, con le quali hanno iniziato a confrontarsi centinaia di miglia di centri urbani simili in tutta Europa.
Il presente scritto non ha la pretesa di essere esaustivo delle dinamiche sociali, storiche, economiche e geopolitiche che hanno determinato l’attuale contesto, né di fornire soluzioni “superficiali” a fenomeni epocali, il cui governo va ben oltre le possibilità di una comunità locale.
Vuole essere solo un atto d’amore dí una persona fra le tante che ha voluto mantenere dalla nascita legato il destino personale a quello della Città e che questi pensieri possano in qualche modo generare un utile e costruttivo stimolo per chi ha a cuore il futuro di questo meraviglioso angolo del pianeta.
So che sono in tanti e ci stanno lavorando.