venerdì 23 maggio 2025

UNA STAGIONE DA PROTAGONISTI, OLTRE IL RISULTATO

Per il terzo anno consecutivo, il campionato di A2 della Gesteco Cividale si è concluso al primo turno dei playoff E ancora una volta, l’epilogo è stato amaro: il tiro “preghiera” di Francesco Ferrari sulla sirena di gara 5 contro Forlì si infrange sul ferro, negando ai gialloblù l'accesso a una storica semifinale.

A differenza delle edizioni precedenti – la sfortunata eliminazione contro Cantù nel 2024 e la beffa contro Udine nel 2023 – questa volta il rimpianto è più profondo: la squadra di Pillastrini si era portata sul 2-0 nella serie e godeva del fattore campo, ma Forlì ha saputo rimontare, approfittando anche delle difficoltà fisiche di Cividale.

La malasorte ha fatto la sua parte: l’infortunio muscolare di Doron Lamb a gara 4, le condizioni precarie di Redivo, le assenze per infortunio di Miani e Mastellari nel cuore della stagione, ma anche Forlì era priva di due pedine fondamentali come Perkovic e Magro: insomma, il copione non può essere attribuito solo al destino.

Il pubblico in ogni caso ha salutato con applausi scroscianti il finale del match, tributando il giusto riconoscimento ad un gruppo capace di regalare una stagione ricca di tante soddisfazioni.

Una stagione ad alta quota

Infatti, guardando al quadro generale, il bilancio è decisamente positivo. In un campionato a 20 squadre considerato tra i più competitivi degli ultimi 15 anni, la Gesteco ha saputo imporsi come una delle protagoniste assolute.

Grazie al mantenimento quasi integrale del gruppo che aveva chiuso in crescendo la scorsa stagione, Cividale ha iniziato con nove vittorie consecutive, restando a lungo nella scia del battistrada Rimini e conquistando il quarto posto al termine del girone d’andata. Questo ha garantito l’accesso alle Final Four di Coppa Italia, culminate in finale contro Cantù, persa ma giocata con onore.

Tra i momenti da incorniciare: la vittoria interna contro la corazzata APU Udine, destinata a dominare la regular season e a guadagnarsi la promozione diretta in Serie A. Una vittoria che ha avuto un significato simbolico importante, non solo per il valore tecnico dell’avversario, ma per il clima rovente in cui è maturata.

Un gruppo che non ha mollato mai

La seconda parte di stagione è stata più complessa, segnata da un calendario fittissimo e da infortuni in serie. Il contraccolpo della sconfitta in Coppa Italia ha fatto perdere posizioni in classifica, tanto da mettere a rischio la qualificazione diretta ai playoff,  ma la squadra ha reagito da grande gruppo, stringendo i denti e conquistando successi pesanti sui campi di Brindisi e Bologna, chiudendo al quinto posto finale.

In totale: 26 vittorie su 45 partite ufficiali tra campionato, Coppa e playoff. Una continuità importante, impreziosita da successi contro tutte le big della stagione, sia in casa che in trasferta.

Uno sguardo al futuro

Ora si apre una fase di riflessione e probabile rinnovamento. Con diversi contratti in scadenza, è lecito attendersi una sorta di rifondazione. Il progetto tecnico rimane però saldo nelle mani di Stefano Pillastrini, che ha firmato un rinnovo triennale e sarà il timoniere della prossima fase di crescita del club, verosimilmente con nuovi giovani da lanciare.

La Marea Gialla: passione, correttezza e identità

In una stagione così intensa, un capitolo a parte merita il pubblico. La Marea Gialla, Passione Ducale e la Brigata Rualis hanno rappresentato il cuore pulsante del progetto. Sempre presenti, ovunque, con calore, correttezza e spirito sportivo.

Non solo numeri: il tifo di Cividale si è distinto per educazione e maturità, anche nei momenti più caldi. Né le provocazioni lanciate dalla tifoseria dell’APU Udine – con striscioni esposti sia a via Perusini che al Carnera – né i comportamenti discutibili di alcuni tifosi forlivesi a gara 5 hanno scalfito la compostezza del tifo gialloblù.

Un esempio di sportività autentica che ha riscosso consensi in tutta Italia, anche tra i supporter avversari. L’esodo a Bologna per la Coppa Italia e l’impresa dei tifosi in bicicletta fino a Brindisi resteranno per sempre nella memoria collettiva della stagione.

Un patrimonio culturale ed emotivo, quello della tifoseria ducale, che la società del Presidente Micalich ha la fortuna – e la responsabilità – di custodire con cura. Un vero “Tempietto Longobardo” del tifo, da tramandare e proteggere

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